SETTORE GIOVANILE
Academy Corner
David Bell
David Bell non ha paura delle sfide e nemmeno di cambiare. Ed è per questo che dopo oltre 30 anni di carriera ha deciso di fare le valigie e venire in Italia per una nuova avventura.
Da quando Cesc Fàbregas è passato ad interim in prima squadra è tornato a ricoprire il ruolo di allenatore nella squadra Primavera del Como 1907. Lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti raccontare la sua esperienza.
Buongiorno Mister Bell, come va il ritorno in panchina?
Sono chiaramente felice di questo, molti dei ragazzi già li ho allenati e questo è un vantaggio. Sono molto carico per questa nuova sfida.
Un’ulteriore avventura dopo tanto lavoro in campi differenti.
Ho allenato un po’ di tutto, credo che la crescita personale e professionale passi sempre dagli orizzonti che ognuno si crea. Sono stato al Manchester United, nell’area per lo sviluppo dei giocatori, alle due squadre di Bristol, City e Rovers; al Cardiff City e qualche anno fa ho iniziato a lavorare con la federazione Irlandese, ho avuto l’opportunità di allenare le nazionali giovanili sia femminili che maschili e ho imparato tanto da queste esperienza. Non è comunque la mia prima volta molto lontano da casa, negli anni sono stato anche per 8 mesi in Islanda, sempre lavorando nello sviluppo dei giovani.
A che punto siamo con il Como?
L’obiettivo è quello di poter portare più giocatori possibili al professionismo, meglio ancora se con la maglia del Como. Abbiamo Diego Ronco che è in pianta stabile in prima squadra e Marco Tremolada che è in prestito in Serie C ma che in futuro potrebbe essere un buon prospetto. Avete visto che Rispoli invece ha avuto la sua prima convocazione. La via è quella giusta ma lo sviluppo dei calciatori richiede tempo.
Qual è l’aspetto più importante della primavera.
Insegnare ai giocatori ad avere una mentalità vincente, molti appena arrivano nel calcio dei grandi si scontrano con un mondo dove il risultato è la cosa più importante e mentalmente non reggono. A 19 anni ci sono ancora ampi margini di miglioramento dal lato calcistico, ma quello che fa la differenza è la mentalità, ai miei ragazzi dico sempre che devono inseguire il proprio sogno, perché i sogni non seguiranno mai noi.
In Italia fuori dal campo come va?Mi sto godendo ogni singolo minuto qui. Sto cercando di imparare bene la lingua, ogni tanto faccio qualche errore e i miei ragazzi mi prendono in giro, fa parte del gioco, mi piace scherzarci su. La verità è che mi piace tutto qui, in un momento ho avuto anche un problema di salute, il Club mi ha aiutato tanto e per questo sarò eternamente grato.